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🧠 SENSIBILIZZARE E SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA: SONO LA STESSA COSA?

Prima di iniziare, una premessa che forse molti conoscono ma vale sempre la pena ricordare:
👉 Tutti i documenti pubblicati dalla Commissione Europea escono inizialmente in lingua inglese. Solo successivamente vengono tradotti nelle lingue dei Paesi membri. A volte servono mesi, a volte… anni.

Ieri, durante un lavoro di ricerca, mi sono ritrovato a rileggere il Quadro Strategico Europeo 2021–2027 sulla salute e sicurezza sul lavoro. Questa volta ho deciso di confrontare la versione italiana con l’originale in inglese.

📌 Spoiler: per chi conosce l’inglese, consiglio sempre la lettura della versione originale.


📉 IL CONTESTO: INFORTUNI MORTALI E MALATTIE PROFESSIONALI ED ESIGENZA DI TROVARE NUOVE SOLUZIONI INTERDISCIPLINARI

Nonostante l’impegno nel creare buone prassi, nuove norme e procedure (modifiche al D.Lgs. 81/08 in Italia), nei sistemi di gestione (ISO 45001) e in tecnologie digitali, formazione, sorveglianza…

…la curva degli infortuni gravi e mortali in Europa ha smesso di scendere.
È il cosiddetto effetto plateau: abbiamo fatto molto, ma non ancora non basta.

La Commissione Europea, nel suo Strategic Framework on Health and Safety at Work 2021–2027, invita a superare questo stallo, proponendo:

  • soluzioni interdisciplinari,

  • politiche basate sull’evidenza scientifica (evidence-based policymaking),

  • awareness raising, ovvero crescita della consapevolezza.


❓MA IN ITALIANO È DIVENTATO “SENSIBILIZZAZIONE”

E qui nasce una domanda interessante (e non solo linguistica):
Nel documento italiano, awareness raising è stato tradotto con “sensibilizzazione”.

❓ È davvero la stessa cosa?

❓ “Sensibilizzare” significa anche “sviluppare consapevolezza”?

❓ O stiamo confondendo emozione e presenza mentale?

Awareness raising

  • in inglese significa aumentare la consapevolezza su un tema.

  • Implica attenzione attiva, riflessione, memoria operativa.

  • È un processo interno, trasformativo, che abilita scelte autonome.

Sensibilizzazione

  • Deriva dal latino sensibilis: “che si può percepire coi sensi”. Si costruisce con la ripetizione di rinforzi, ma può rimanere un processo passivo.

  • In italiano è spesso associata a una reazione emotiva (es. campagne sensibilizzanti, appelli morali, pubblicità progresso, etc.).

  • Funziona, ma in modo reattivo e temporaneo.

  • Non sempre porta a cambiamenti stabili di comportamento.


🧠 IL CERVELLO CONFERMA

  • Il processo della consapevolezza, avviene con una pratica continua ed attiva la corteccia prefrontale dorsolaterale, sede della regolazione dell’attenzione, della pianificazione e dell’auto-monitoraggio. Riduce il mind-wandering (il sovra pensiero o vagabondaggio della mente) che viene “contenuto” proprio con pratiche di consapevolezza.
  • La sensibilizzazione, invece, attiva più spesso il sistema limbico (amigdala), generando risposte emotive o di allerta, utili ma meno stabili nel tempo.

📌 Quando sviluppiamo consapevolezza, stiamo potenziando il cervello per prevenire l’errore prima che accada.

🔍 PERCHÉ PARLARE DI “SVILUPPO DELLA CONSAPEVOLEZZA” NELLA SICUREZZA È PIÙ CORRETTO?

1. È un processo attivo e duraturo

La consapevolezza non si trasmette con un messaggio, ma si costruisce nel tempo. È il risultato di:

  • allenamento dell’attenzione,

  • auto-osservazione dei propri stati mentali,

  • riflessione sulle proprie azioni.

A differenza della sensibilizzazione, che può essere efficace nel breve termine ma tende a svanire senza rinforzi continui, lo sviluppo della consapevolezza ha effetti trasformativi, stabili e autoalimentati.

📌 Esempio pratico:
Un cartello “Attenzione: indossa il casco!” può sensibilizzare.
Ma un lavoratore che sviluppa la consapevolezza impara a notare quando sta entrando in una zona a rischio senza casco, anche se nessuno lo guarda. Questo è il passaggio dal controllo esterno alla responsabilità interna.

2. Stimola trasformazioni cognitive profonde

Sviluppare consapevolezza significa attivare il Sistema 2 (Kahneman), cioè la parte del cervello responsabile di:

  • valutazione,

  • controllo degli impulsi,

  • presa di decisione ponderata.

Questo implica la ristrutturazione dei propri schemi di pensiero, l’interruzione degli automatismi disfunzionali e l’adozione di comportamenti più sicuri in modo deliberato.

🧠 Studi di neuroplasticità dimostrano che la pratica costante della consapevolezza modifica la struttura e la funzionalità della corteccia prefrontale, migliorando la capacità di regolazione emotiva e decisionale.


3. Promuove autonomia, attenzione e auto-correzione

Uno degli obiettivi chiave della prevenzione moderna non è solo fare rispettare le regole, ma educare persone capaci di autoregolarsi.

La consapevolezza:

  • aumenta la capacità attentiva sostenuta,

  • migliora il monitoraggio interno del comportamento,

  • abilita la correzione precoce degli errori, anche prima che si manifestino visibilmente.

📌 Esempio pratico:
Un operatore che inizia a notare che la sua mente vaga mentre guida non aspetta di “sentirsi in colpa”: interviene subito, riprendendo il controllo attentivo prima che questo calo si trasformi in un rischio concreto.


4. Si allinea ai modelli evidence-based (MBSR, ACT, mindfulness, OMS)

Le migliori pratiche internazionali e i programmi validati scientificamente si basano sul concetto di sviluppo della consapevolezza, non sulla semplice esposizione informativa.

🔬 MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction)
✔ Riduce lo stress e migliora la capacità di risposta consapevole in situazioni critiche.

🔬 ACT (Acceptance and Commitment Therapy)
✔ Aiuta a riconoscere pensieri e impulsi senza esserne travolti, rafforzando il “Sé osservante” utile anche in contesti ad alto rischio.

🔬 Mindfulness nei contesti lavorativi
✔ Migliora la sicurezza comportamentale, riduce il numero di infortuni in settori come sanità, edilizia e logistica.

🔬 OMS – Health Literacy Framework
✔ Promuove lo sviluppo della “conscious awareness” come fattore protettivo per salute e prevenzione, integrando dimensioni cognitive, emotive e comportamentali.

In sintesi, sensibilizzare è dire “Attento”, mentre sviluppare la consapevolezza è aiutare qualcuno a notare da sé quando e perché non è attento.

Nel mondo della sicurezza, questo fa tutta la differenza. È la differenza tra reagire e scegliere.
Tra subire le condizioni e agire con presenza. Tra affidarsi a un cartello e diventare quel cartello, dentro di sé.

🟡 CONCLUSIONI

📍 “Sensibilizzare” è già un ottimo passo.
Permette alle persone di ricevere stimoli esterni, messaggi ripetuti che agiscono come rinforzo passivo.
Fa parte del percorso.
Ma non basta.

📍 Se la Commissione Europea ha usato in inglese il termine “awareness raising”, è perché ci invita a fare un salto ulteriore.

👉 Ci chiede di educare alla consapevolezza, non solo toccare le emozioni.
👉 Di coltivare la presenza mentale, non solo trasmettere allarmi.
👉 Di costruire comportamenti sicuri non con la paura, ma con l’intelligenza.


💬 E tu cosa ne pensi?
Ti è mai capitato di sentire la differenza tra “essere toccato da un messaggio” ed “essere consapevole di ciò che stai facendo, mentre lo fai”?

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link al quadro strategico:https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52021DC0323&qid=1626089672913#PP1Contents